“Stop pensioni a dicembre?” La scadenza che migliaia di anziani stanno ignorando (e che può bloccare tutto)

Lorenzo Fogli

Novembre 5, 2025

Entro il 30 novembre 2025 scatta l’obbligo di trasmissione del modello RED per chi percepisce prestazioni collegate al reddito, con rischio immediato di sospensione dell’assegno in caso di mancato invio.

In queste settimane l’INPS ha ricordato la scadenza 30 novembre 2025 per l’invio del modello RED, documento richiesto ai pensionati che percepiscono trattamenti collegati al reddito. Una fascia ampia della popolazione, composta da anziani, invalidi civili, titolari di integrazioni al minimo e assegni familiari, è chiamata a trasmettere i dati reddituali per confermare il diritto all’importo percepito. La mancata presentazione comporta uno stop immediato della pensione, già comunicato dall’istituto tramite campagne informative e avvisi telematici. Lo strumento serve a verificare le condizioni economiche e correggere eventuali erogazioni non dovute, e rappresenta un passaggio ormai centrale nella gestione previdenziale italiana. Chi non invia il modello entro la data indicata rischia la sospensione del pagamento fino alla regolarizzazione, con un impatto significativo sulle famiglie che dipendono da questa entrata mensile.

A chi è richiesto l’invio del modello e perché la scadenza di novembre pesa cosí tanto

Il modello RED riguarda pensionati che ricevono prestazioni legate alla situazione economica personale o familiare. Il controllo si riferisce a redditi dell’anno precedente e, secondo le istruzioni dell’INPS, include anche quelli del coniuge convivente. La platea interessata comprende titolari di pensioni integrate al minimo, beneficiari di maggiorazioni sociali, percettori di assegni per nuclei familiari e chi riceve quattordicesima mensilità su base reddituale. Nella categoria rientrano pure le persone che hanno entrate da lavoro autonomo, pensioni estere o altri redditi occasionali che potrebbero modificare l’importo spettante.

Pensione
Il procedimento segue un flusso preciso: il pensionato controlla la propria posizione, compila o conferma i redditi e invia la dichiarazione. – facebookcaffe.it

Da mesi l’INPS ha avviato una campagna di controlli più rigorosa sulle posizioni assistenziali. La digitalizzazione del sistema ha reso il controllo piú diretto e, già, chi non rispetta le scadenze si trova sospesa la pensione o, in casi precedenti, a dover restituire somme indebitamente percepite. Non a caso molti patronati stanno registrando picchi di richieste di supporto, specie da parte di pensionati che faticano con l’accesso digitale tramite SPID o CIE.

L’invio del modello avviene esclusivamente online dal portale INPS oppure tramite CAF e patronati autorizzati. L’istituto ha aggiornato l’interfaccia digitale per agevolare l’accesso, ma restano difficoltà concrete in fasce di popolazione meno pratiche con strumenti telematici. Il rischio economico per chi non completa l’adempimento è elevato: la sospensione dell’assegno può durare mesi, fino all’acquisizione del modello. Una pausa nel pagamento può pesare in modo serio, specie per nuclei che dipendono interamente dalla pensione. Secondo le indicazioni ufficiali, la verifica reddituale serve a garantire equità nel sistema ed evitare che fondi destinati a chi ha maggiore bisogno vadano a soggetti con redditi non dichiarati o variati.

Come avviene il controllo e cosa succede al pensionato che non rispetta la scadenza

Il procedimento segue un flusso preciso: il pensionato controlla la propria posizione, compila o conferma i redditi e invia la dichiarazione. L’INPS incrocia i dati con quelli dell’Agenzia delle Entrate e valuta eventuali differenze con quanto dichiarato negli anni precedenti. In caso di omissione, l’istituto ha facoltà di sospendere immediatamente l’erogazione e ripristinarla solo dopo la presentazione del modello. Se emergono discrepanze, partono verifiche aggiuntive e può scattare la richiesta di restituzione delle somme pagate in eccesso.

La campagna di quest’anno, riaperta nelle ultime settimane, è stata accompagnata da comunicazioni mirate sul sito istituzionale e messaggi personali inviati ai pensionati coinvolti. Molti utenti stanno segnalando ritardi nella loro area personale, già, ma gli uffici confermano che le trasmissioni risultano valide se inoltrate entro il 30 novembre. Sul territorio, centri di assistenza autorizzati stanno lavorando su appuntamento per gestire le ultime richieste, mentre l’istituto ricorda che l’obbligo riguarda anche chi non presenta dichiarazione dei redditi tradizionale.

Nell’attuale contesto, dove la sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale rappresenta un tema centrale nel dibattito politico, il controllo formale del reddito assume valore strategico e tecnico, non solo amministrativo. Il rispetto dell’adempimento è parte di una linea di monitoraggio pubblico, e chi lo trascura rischia una sospensione che può creare disagi seri e prolungati.